Proposta di modello sperimentale di tutoraggio L'associazione Diritti Minori, in ragione alla esperienza maturata nello svolgimento della attività di sportello di “Informazione giuridica e promozione delle opportunità” tenuto con scadenza quindicinale presso l'IPM e la comunità di accoglienza XXIV Luglio de L'Aquila e tenuto conto delle osservazioni raccolte presso gli attori pubblici e privati di settore, propone l'adozione di un modello integrativo a quello di norma posto in essere dai soggetti affidatari di ragazzi (non solo minori) inseriti o meno in un circuito penale[1].
Le esigenze registrateGli attori coinvolti a vario titolo in attività di affidamento (Servizi sociali, comunità di accoglienza, famiglie, singoli, istituti, ecc.) spesso non riescono, per mancanza di personale o per altre ragioni, ad apprestare a favore del ragazzo affidato strumenti idonei ad assicurare un articolato programma di socializzazione. Più in generale, si avverte la necessità che una parte del menzionato programma venga svolto da un soggetto estraneo alla struttura che istituzionalmente riveste il ruolo primario dell'affidatario. Quest'ultimo, infatti, svolge una funzione tendenzialmente assimilabile a quella di norma esercitata dalla famiglia. In questo senso, dunque, si ritiene opportuno che un'altra persona sia adibita a quel ruolo che ordinariamente viene giocato da una complessa gamma di attori diversi, quali le amicizie, la scuola, le conoscenze intrattenute nel tempo in un contesto sociale di appartenenza e cosi via. Ciò consentirebbe di instaurare in capo al ragazzo affidato una dialettica articolata, tesa a riprodurre quanto di norma accade durante un percorso di crescita. Un soggetto terzo, in altri termini, seguendo il ragazzo nello svolgimento di attività scolastiche, culturali, ludiche, sportive ecc. costituirebbe per quest'ultimo un ulteriore e importante punto di riferimento senza contrapporsi a quello rappresentato dal soggetto primario (l'affidatario), contribuendo in tal modo a ricostruire quell'articolato ambiente sociale che di norma circonda un ragazzo nel suo percorso di crescita. Inoltre, la presenza di un soggetto indipendente favorirebbe la circolazione di informazioni e l'esercizio del diritto di critica in relazione all'operato di tutti gli operatori pubblici e privati coinvolti. Infine, riconoscendo a questo soggetto una funzione di reperimento e coordinamento del volontariato di settore, verrebbe incoraggiata la società civile a partecipare in modo più significativo alle tematiche relative ai minori in difficoltà. La proposta di modelloConsiderate le esigenze di cui sopra si propone di attivare un modello sperimentale secondo cui il soggetto affidatario, che percepisce la retta giornaliera dal comune o dal dipartimento di giustizia, si impegna (già al momento della stipula o del rinnovo della convenzione con l'istituzione erogante) a rinunciare a una parte di quest'ultima (in misura di circa 20 euro giornalieri) a favore di un soggetto terzo che svolge le funzioni di Tutor. Al contempo, i soggetti istituzionalmente preposti alla scelta del soggetto affidatario tengono in dovuto conto il servizio aggiuntivo offerto da chi adotta il modello di cui sopra.
Il Tutor dedica circa dieci ore settimanali a coadiuvare il ragazzo nelle attività culturali, scolastiche, sportive e ludiche, a favorire l'ampliamento della gamma dei rapporti amicali e la comprensione pratica dei meccanismi societari da parte dello stesso, ad attivare al meglio la rete di servizi sul territorio e a coordinare e incentivare la attività di volontariato a favore del ragazzo. Il Tutor, nel pieno rispetto della sua autonomia, mantiene uno stretto rapporto con l'affidatario e con i Servizi sociali, a mezzo di uno scambio costante di opinioni e suggerimenti e relazionando mensilmente le attività svolte.
Il Tutor, viene nominato e revocato concordemente da un insieme di soggetti: i Servizi sociali competenti, il soggetto affidatario e una associazione garante. Quest'ultima è rappresentata da una associazione di volontariato che, per il ruolo rivestito e la assoluta mancanza di interesse economico, svolge una funzione di autonoma critica sociale oltre che di supporto. Nello specifico, l'associazione Diritti Minori, in ragione dell'esperienza maturata nel campo e della assenza di interesse economico diretto e indiretto, si propone di esercitare il ruolo di garante oltre che di offrire al Tutor un gratuita consulenza, soprattutto di natura giuridica. Il Tutor è estraneo al soggetto affidatario (oltreché, ovviamente, alla associazione garante) e viene nominato in base alla sua attitudine alla funzione assegnata. Il Tutor si impegna a seguire un massimo di tre ragazzi. Il Tutor agisce in piena autonomia e si impegna a mantenere costanti i rapporti con il soggetto affidatario, con i Servizi sociali competenti e con l'associazione garante. Inoltre, si impegna a relazionare mensilmente le attività esercitate e i risultati conseguiti. Il Tutor percepisce la remunerazione sopra descritta (comprensiva delle spese di spostamento e telefoniche) direttamente dall'ente erogatore della retta giornaliera.
L'Aquila, 8.07.05 Per l'associazione Diritti Minori Il referente dello sportello IPM Dott.ssa Ciafardone Romina
[1] La terminologia è volutamente generica, in quanto tesa a indicare tutti i soggetti che a vario titolo ospitano ragazzi italiani e stranieri momentaneamente fuori dal proprio nucleo familiare. |