Il Garante dei diritti dei detenuti della Regione Toscana, Franco Corleone, in collaborazione con la Fondazione Giovanni Michelucci, ha pubblicato una seconda edizione aggiornata del volume “Droghe, i danni certi. 30 anni di leggi punitive. Gli effetti nelle carceri in Toscana“, dedicata alle conseguenze della legge antidroga sul sovraffollamento delle carceri.
Alla fine del 2018, il 30% degli ingressi in carcere è per violazione dell’art. 73 del DPR 309/90 che comprende tutte le condotte relative a vendita, acquisto cessione e comunque detenzione di sostanze stupefacenti. Le presenze in carcere per questa imputazione assommano a oltre il 35%. La svolta punitiva sulle droghe in Italia si può datare al 1990 con l’approvazione della Legge Iervolino-Vassalli. Nel 2014 la Corte Costituzionale ha abrogato la variante più repressiva introdotta nel 2006, la cosiddetta Legge Fini-Giovanardi che aveva equiparato, sul piano simbolico e materiale delle pene, droghe pesanti e leggere.
In questi trent’anni nel mondo sono cambiate molte cose rispetto al dominio assoluto della war on drugs, ma nel nostro paese la strada sembra essere ancora in salita, non solo per ragioni politiche ma anche a causa della debolezza di ricerche scientifiche sul consumo, per l’inesistenza della valutazione degli esiti degli interventi penali e sociali, per la scarsità di dati sul fenomeno e le ricadute sulla giustizia e sul carcere.
Dieci anni fa, la Fondazione Giovanni Michelucci e l’Associazione Forum Droghe condussero, con il patrocinio della Regione Toscana, una ricerca nelle carceri toscane per conoscere più a fondo il peso della legislazione antidroga, e in particolare il peso dei reati minori di droga. Il risultato fu clamoroso: da un’indagine in profondità emerse che quasi la metà dei detenuti per violazione della legge sulla droga era rinchiusa per reati di lieve entità. Emerse anche che le previsioni per attenuare la punizione nei casi meno gravi (di “lieve entità”) erano sostanzialmente vanificate dal bilanciamento fra aggravanti e attenuanti. Più grave, l’imputazione generica per l’art. 73 permetteva l’arresto e la custodia cautelare, in attesa di verificare nel processo la “lieve entità”.
L’Ufficio del Garante ha ritenuto opportuno riprendere dopo tanti anni e dopo le modifiche, seppure parziali, della legislazione, l’approfondimento del problema scavando su un punto specifico e cioè il peso del comma 5, relativo ai fatti di lieve entità, ora fattispecie autonoma di reato, negli arresti e nelle condanne e quindi nel carcere per un motivo evidente, la ripresa del sovraffollamento in stretta relazione con l’aumento dei detenuti per questi reati.
Dalla ricerca condotta negli istituti penitenziari di Firenze Sollicciano, Massa, Livorno, Pisa e Prato è emersa una grave discrepanza tra le norme e la loro applicazione. Troppi casi lievi, relativi al quinto comma dell’art. 73, che non dovrebbero entrare in carcere, subiscono questo destino.
Clamoroso è il dato del peso straordinario dei reati di droga sul carcere rispetto ai delitti contro il patrimonio, la persona o la pubblica amministrazione. Ogni due processi per droga vi è una condanna, mentre per i reati contro la persona e contro il patrimonio vi è una condanna ogni dieci processi.
Una conclusione si impone. La politica deve riprendere il proprio ruolo e procedere a scelte strategiche.
Da questa ricerca, la Regione Toscana acquisisce elementi per una discussione sulla politica delle droghe, senza pregiudizi, fondata su fatti e non su miti.
Droghe, i danni certi
30 anni di leggi punitive
Gli effetti nelle carceri in Toscana
Autori
Franco Corleone, Patrizia Meringolo, Saverio Migliori, Katia Poneti, Michela Guercia, Massimo Urzi, Grazia Zuffa
La pubblicazione trae origine dalla ricerca commissionata dal Garante regionale dei diritti dei detenuti della Toscana e condotta dalla Fondazione Giovanni Michelucci.
Si ringrazia per la collaborazione il dott. Antonio Fullone, Provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria della Toscana e dell’Umbria; le direzioni e gli uffici matricola degli istituti penitenziari di Sollicciano, Prato, Pisa, Massa e Livorno; Patrizia Meringolo (Università degli Studi di Firenze e LabCom); Luca Maggiora e Leonardo Zagli (Camera Penale di Firenze); Nando Bartolomei e Aurora Matteucci (Camera Penale di Livorno); Leonardo Fiorentini (Forum Droghe) e Grazia Zuffa (Società della Ragione); e Alessandro Masetti (Fondazione Giovanni Michelucci), per l’impaginazione.
La copertina riproduce un disegno di Fabrizia Arduini.
Stampa: Tipografia Consiglio regionale della Toscana
Seconda Edizione
© 2020, Consiglio regionale della Toscana Fondazione Michelucci Press
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ISBN 9788899210182 (edizione cartacea)