La Toscana e le popolazioni Rom e Sinte; analisi e proposte
Attraverso l’esame degli insediamenti degli zingari in Toscana, delle localizzazioni e delle caratteristiche delle diverse sistemazioni nei campi, la pubblicazione vuole evidenziare quella urbanistica del rifiuto che disegna piani nei quali non vi è traccia di spazi per l’accoglienza.
Collana: Architettura vissuta – Quaderni della Fondazione Michelucci
Fondazione Michelucci – Regione Toscana
A cura di: Corrado Marcetti, Tiziana Mori, Nicola Solimano
Da tempo la Fondazione Michelucci svolge studi ed elabora proposte sul limite: un limite rappresentato dai confini che nella città delimitano gli spazi dell’esclusione. Confini talvolta limpidamente evidenziati da alte mura di recinzione, e in altri casi costruiti con i materiali delle consuetudini culturali e del pregiudizio.
Si tratta di frammenti di solito ritenuti insignificanti nell’identità e nella trasformazione della città.
Ai margini della città «ufficiale» si sviluppa così il suo rovescio, la città degli esclusi, dei deboli, di comunità senza forza di rappresentanza, in fuga dall’emarginazione, dall’abbandono, dalla miseria e, nel caso dei Rom, anche dall’intolleranza e dalla guerra.
I «campi nomadi», le riserve in cui la nostra società ha confinato l’etnia Rom, sono il simbolo più evidente di questa città doppia, indegna di progetto, amministrata con strumenti e logiche di emergenza e di ordine pubblico.
Attraverso l’esame degli insediamenti degli zingari in Toscana, delle localizzazioni e delle caratteristiche delle diverse sistemazioni nei campi, del rispetto o meno delle prescrizioni della Legge Regionale 17/88 «a tutela dell’etnia Rom», si è voluto mettere in questione quell’urbanistica del rifiuto che disegna piani nei quali non vi è traccia di spazi per l’accoglienza.
Oltre alla ricerca della Fondazione Michelucci con le schede degli insediamenti rilevati in Toscana, questo volume raccoglie un contributo dell’antropologo Leonardo Piasere, una rassegna di esperienze progettuali per insediamenti rom, il testo di uno spettacolo di teatro e danza sul tema del nomadismo scritto da Teresa Zurzolo, alcune delle storie di vita raccolte durante lo svolgimento della ricerca.
La pubblicazione è disponibile per esteso in formato .pdf presso la Fondazione Michelucci.
Sottotitolo completo: Una ricerca della Fondazione Michelucci 1992-1993. Storia e cultura del popolo Rom. Zingari e comunità locale. I campi nomadi: l’urbanistica del disprezzo. Orientamenti per soluzioni insediative diversificate.
Indice: Aldo Frangioni: I campi nomadi: l’urbanistica del rifiuto; Mariangela Arnavas: Conoscere per predisporre strumenti di convivenza fra culture diverse; Leonardo Piasere: Un «diasistema abitativo»; Corrado Marcetti, Tiziana Mori, Nicola Solimano: Zingari e territorio in Toscana: Storia del popolo Rom, Zingaro, anzi nomade, Il nomadismo obbligato, Gruppi presenti in Italia, Gruppi presenti in Toscana, Le modificazioni del fenomeno in Toscana, L’economia del campo, Vecchie e nuove forme di trasgressione degli zingari, Il bambino e la strada, Il bambino e la scuola, Zingari e comunità locali, La struttura sociale e il campo, L’urbanistica del campo, Le localizzazioni dei campi: l’urbanistica del disprezzo, Un capitolo aperto, Orientamenti per soluzioni insediative diversificate, Un quadro di sviluppo, Aree di sosta per viaggianti; Leonardo Piasere: Uso dello spazio e forme di relazione tra i Roma; A cura di Corrado Marcetti e Nicola Solimano: Alcune esperienze progettuali per insediamenti rom: Elementi per l’organizzazione di campi-sosta per nomadi (Arch. T. Bazas), Ipotesi per la realizzazione di campi per nomadi (Arch. F. Di Cara), Diversi come noi (D. Campagnari, A. A. Codispoti), Un’architettura per i campi nomadi a Roma (Arch. R. Marchini, A. Sotgia); Teresa Zurzolo: Come il teatro parla dei Rom; Tiziana Mori: Storie; Corrado Marcetti, Tiziana Mori, Nicola Solimano: Schede degli insediamenti; Bibliografia.
Il volume è edito da Angelo Pontecorboli Editore – Firenze -1994
Progetto grafico e impaginazione: Nicola Solimano e Paolo Trombotto
Le foto di copertina sono di Paolo Trombotto
Il disegno in ultima pagina è di Giovanni Michelucci