Eloisa Pacini Michelucci

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Eloisa Pacini nasce a Pistoia il 21 maggio 1903 da Amelia Tesi e Egidio Pacini, proprietari di una fonderia di ghisa che, travolti dai dissesti economici provocati dalla grande guerra, nel 1917 decidono di trasferirsi a Roma aprendo una nuova attività.

Eloisa e Giovanni

Giovanni Michelucci arriverà a Roma nella primavera del 1925, trovando subito il sostegno della “colonia” pistoiese. «Quell’architetto amico di papà» si presenta a casa Pacini, in via del Vantaggio 1, accompagnato da Leopoldo Magni, cugino di Eloisa, nonché membro di quel gruppo di pittori pistoiesi raccoltosi attorno a Michelucci insieme a Pietro Bugiani, Alfiero Cappellini, Umberto Mariotti e Renzo Agostini.

Nel salotto dei Pacini si ascolta la musica del noto compositore Alfredo Casella con Eloisa, sua allieva, che suona il piano, accompagnata dal violinista Leo Petroni.

Eloisa è una personalità generosa e di raffinata sensibilità artistica che alle doti di pianista intreccia, ad un certo punto, un talento pittorico prima trascurato.

La musica e la pittura sono interessi attrattivi che avviano quella frequentazione che diviene più intensa quando a Michelucci, impegnato nei primi incarichi di un certo rilievo, viene concesso dai Pacini di prendere studio in via del Vantaggio.

Se da Michelucci proviene il maggiore incoraggiamento ad Eloisa, che il 21 ottobre 1927 diviene sua moglie, nel coltivare il suo talento pittorico, da lei arriva il sostegno rispetto alla complessità degli esordi professionali romani.

La corrispondenza tra i due testimonia infatti la considerazione che Michelucci ha della sensibilità di Eloisa, ricercandone il giudizio o le semplici impressioni rispetto ai progetti a cui sta lavorando come la villa Casella alla Camilluccia o la propria abitazione in via Prenestina.

Vita artistica

Nel gennaio del 1928 Eloisa Pacini ottiene un notevole successo di critica a Pistoia, dove espone ben dodici quadri alla Prima Mostra Provinciale d’Arte, alla quale partecipa tra gli altri anche Michelucci.

Subito dopo partecipa alla Prima Mostra Regionale di Arte Toscana nei chiostri di Santa Maria Novella a Firenze con tre dei suoi dipinti nella sezione dedicata agli artisti pistoiesi, e nel marzo dello stesso anno espone alla Galleria Bellenghi di Firenze in una collettiva, sempre di artisti pistoiesi.

Nel 1930 è a Venezia e nel dicembre del 1932 a Roma, nella prestigiosa Galleria di Roma diretta da Pier Maria Bardi, insieme a Corrado Cagli, Emanuele Cavalli e Giuseppe Capogrossi, che avevano costituito il Gruppo dei nuovi pittori romani. La forza attrattiva del contesto culturale della capitale diviene sempre più manifesta nelle opere di Eloisa e il marito la incoraggia a perfezionare la sua arte alla scuola di Felice Casorati o dello scultore Attilio Selva.

In seguito alla tragica morte del fratello, Eloisa perde interesse verso l’attività artistica non rinnovando la partecipazione agli eventi espositivi, e quando riprende a dipingere, soprattutto ritratti familiari e nature morte, lo fa per sé stessa.

Ma è la permanenza ne ‘la casetta’ a La Cugna (1941), sull’Appennino pistoiese, e soprattutto il contatto con la natura che la aiuta a ritrovare le ragioni per dipingere.

Il ritorno alla pittura rimane comunque altalenante con lunghi periodi di interruzione e riprese improvvise, come la serie dei paesaggi dipinti negli anni sessanta a Faidello e Cutigliano, in cui sperimenta un nuovo approccio pittorico al tema della comunione con la natura, condiviso anche con Giovanni. Entrambi sono camminatori instancabili nelle passeggiate sull’Apennino pistoiese in cui trascinano amici e nipoti. Sono tante le fotografie di Michelucci che ritraggono Eloisa su queste montagne. Altre la ritraggono nei viaggi intrapresi insieme in diverse città europee. Altre ancora nella villa Il Roseto dove si trasferiscono alla fine degli anni cinquanta e dove Eloisa sperimenta l’utilizzo dei pastelli, ma soprattutto si dedica al giardino, la sua ultima e vitale tavolozza di colori.

Eloisa si spegne il 31 luglio 1974, colpita da un malore in vacanza sull’Appennino pistoiese.


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