I luoghi di culto delle religioni diverse da quella cattolica
La crescente articolazione della mappa religiosa ha assunto a Firenze come in altre città toscane e italiane dimensioni notevoli, che rispecchiano la complessità sociale delle popolazioni urbane, la storia dell’affermazione della libertà di culto e la condizione religiosa contemporanea.
Firenze ha una lunga tradizione di ospitalità di luoghi di culto dedicati a religioni diverse da quella cattolica, derivante dalla sua storia e dalla presenza di attive comunità straniere e minoranze religiose che hanno costituito una parte importante della ricchezza interculturale e interreligiosa della città.
La presenza di minoranze religiose a Firenze è intessuta di storie molto differenti in cui ostracismi, isolamenti, chiusure e persecuzioni da un lato, e tolleranza, libertà di culto e confronto interreligioso dall’altro si sono succeduti nel tempo, prima di giungere ad accettazioni e riconoscimenti che hanno consentito di vivere liberamente la propria fede, di avere luoghi di culto e talvolta apposite aree cimiteriali.
In diversa misura, tutte le minoranze religiose storiche hanno vissuto periodi in cui era rischioso praticare la propria fede anche in culti domestici, e solo alcune religioni hanno avuto la forza di costruire edifici di culto che nella loro architettura sono testimoni del processo di emancipazione raggiunto.
Il rapporto delle Chiese straniere con la città si è modificato col tempo, anche in ragione dei tanti cambiamenti intervenuti tra le minoranze straniere presenti in città. E’ decaduta o si è fortemente indebolita la presenza stabile di alcuni gruppi stranieri che hanno avuto in determinati periodi un ruolo importante nella città, così come è sopravvenuta negli ultimi decenni una nuova e consistente presenza di stranieri immigrati.
La diffusione della religione musulmana a Firenze è recente e legata prima alla presenza di studenti e poi di immigrati provenienti da circa 25 paesi (soprattutto Marocco, Albania, Tunisia, Senegal, Egitto, Algeria, Pakistan). Dal 1991(anno in cui la prima comunità islamica si è formata a Firenze con circa cinquanta aderenti) ad oggi la crescita è stata notevole: i cittadini di fede musulmana sono stimati in circa 30.000 a Firenze e provincia, di cui circa il 10% praticanti. Circa una cinquantina sono quelli di origine italiana, mentre 3.000 appartengono a famiglie provenienti dall’immigrazione ma in possesso di cittadinanza italiana. In una fase iniziale il Centro di studi internazionali Giorgio La Pira aveva concesso loro una sala per la preghiera; il primo Centro islamico ha trovato sede in piazza Scarlatti e poi in via Ghibellina. Attualmente è attivo un centro islamico affiliato all’Ucoii, con un presidente eletto da un consiglio di saggi, con sede in Borgo Allegri, vicino a piazza dei Ciompi. Alla preghiera di fine Ramadan partecipano circa 7.000 fedeli. La sede è uno stretto stanzone che obbliga a fare due turni di preghiera al giorno, ad ognuno dei quali prendono parte almeno 700 persone.
Un altro Centro islamico, non affiliato a nessuna associazione, ha sede a Sorgane, in via Tagliamento.
Va inoltre ricordato il piccolo centro di preghiera del villaggio Rom del Poderaccio, dove il rito religioso è celebrato, oltre che in arabo, in romané. Come luoghi di preghiera per piccoli gruppi sono utilizzati anche alcuni appartamenti.
A Firenze come in altre medie e grandi città italiane, dove i musulmani sono significativamente presenti, la comunità musulmana ha avanzato la richiesta della realizzazione di una moschea. In Italia sono presenti attualmente solo due moschee (dotate di cupola e minareto, come nella tradizione architettonica islamica): una a Roma, a Monte Antenne; l’altra a Segrate, mentre in diverse altre città l’atteggiamento di rifiuto ne ha ostacolato la realizzazione. In Toscana in particolare non è stato ancora completato il cantiere della moschea a Colle Val d’Elsa, dove pure risiedono molti immigrati di fede musulmana inseriti nel tessuto industriale della zona. La città di Firenze, per il suo storico ruolo interreligioso, per la presenza di importanti edifici di altre fedi, per l’insufficienza e l’inadeguatezza degli spazi dei Centri islamici e dei luoghi di preghiera, per il consistente numero dei praticanti di fede islamica presenti sul suo territorio, può raccogliere questa sfida.
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