Un libro sull’opera dell’architetto
L’architetto Francesco Tiezzi è stato allievo e collaboratore di Giovanni Michelucci negli anni pieni di speranza del primo dopoguerra, per poi avviarsi ad una lunga carriera professionale che lo ha visto autore di un cospicuo complesso di opere a Firenze e in Toscana.
Il ricco archivio di disegni e progetti correlato, originariamente costituito da 380 rotoli, alla cui inventariazione ha lavorato con passione e competenza Lisa Ariani, è stato donato dall’architetto Tiezzi alla Fondazione Michelucci, col valore simbolico di un ricongiungimento all’opera del maestro che non volle essere maestro, affinché sia messo a disposizione di studiosi e ricercatori. Oltre ai saggi di accompagnamento il libro raccoglie questa densa e originale documentazione spesso connessa a periodi molto significativi della storia urbana recente di Firenze come la ricostruzione del centro distrutto, la realizzazione dei nuovi quartieri popolari, le scuole, le piazze e gli altri spazi collettivi, i grandi impianti sportivi. Ma contiene anche la storia delle vicende connesse alle diverse opere, attraverso la testimonianza che lo stesso Tiezzi ne fa con una memoria puntuale sugli eventi in cui maturarono le scelte e sulle persone che ne furono protagoniste. In questo senso è un libro di architettura vissuta e anche un racconto di storia urbana recente. Tiezzi ha sempre mantenuto un profilo poco propenso alla promozione personale e molto legato invece alla concretezza del fare buona e solida architettura al servizio dei temi fondamentali di una città: l’abitare, l’educazione scolastica, gli spazi collettivi e quelli sportivi. Ha realizzato architetture senza presunzione, lontane da velleità monumentali, molto ancorate al contenuto relazionale umano, al difficile confronto con le risorse disponibili, al valore d’uso e alla vita delle comunità.
Se una significativa parte del suo lavoro progettuale ha riguardato la città di Firenze dalla parti più pregiate del suo tessuto urbano (interventi in via Guicciardini e Borgo San Iacopo) ai nuovi quartieri del dopoguerra come l’Isolotto e Sorgane, al Centro Tecnico di Coverciano, agli impianti sportivi di Campo di Marte, agli ippodromi del Visarno e delle Mulina alle Cascine, per tanti altri progetti ha operato in diversi comuni della Toscana, in particolare delle province di Firenze, Siena e Arezzo. La realizzazione delle residenze dell’Ina-Casa, degli edifici scolastici e di quelli sportivi lo ha visto lavorare in molti contesti territoriali, sempre con un sensibilità attenta al luogo, ai materiali, alle ambientazioni degli interventi, da Chiusi a S. Giovanni Valdarno, a Poppi, a Sinalunga, a Torrita di Siena, il suo paese d’origine dove ebbe la prima formazione giovanile e dove operò da partigiano. Torrita fu anche l’oggetto della sua tesi laurea con Michelucci che divenne poi Piano Regolatore del paese.
Gli autori del libro hanno lavorato a lungo su un modello di pubblicazione che potesse da un lato raccogliere con una metodologia adeguata la complessità del lavoro dell’architetto e dall’altra consentirne una consultazione facilitata. Non hanno inoltre voluto perdere quelle caratteristiche di narrazione che emergevano nelle lunghe conversazioni avute con l’architetto e quella ricchezza descrittiva che Tiezzi offre rispetto a vicende costruttive che hanno riguardato brani di città e piccoli paesi della Toscana. Come Presidente della Fondazione Michelucci non posso che essere lieto della fiducia e dell’amicizia dimostrataci dall’architetto e ritengo che questo libro possa arricchire il patrimonio di conoscenze sulle vicende dell’architettura del Novecento in Toscana.
Allegati:
intro_tiezzi.pdf