Immigrazione: accoglienza e accesso alla casa

Le strutture per l’accoglienza e le politiche di inserimento abitativo degli immigrati in Toscana

Questo Osservatorio è dedicata all’analisi e alla progettazione di interventi per l’accoglienza e l’accesso alla casa dei migranti. Oltre alle strutture destinate all’accoglienza, vengono seguite e coordinate le esperienze locali di ‘social housing’ destinati ai cittadini immigrati.

La casa rappresenta oggi la più importante delle condizioni dell’inserimento degli immigrati, certamente la più critica.
Nonostante la grande varietà di situazioni, il dato generale è un massiccio coinvolgimento degli immigrati in situazioni di disagio e di esclusione abitativa. Molti immigrati non poveri sono mal alloggiati, immigrati normalmente poveri sono spesso senza casa. Le loro sistemazioni sono tendenzialmente peggiori o più costose di quelle accessibili a popolazioni locali con le stesse caratteristiche di reddito. Sistemazioni precarie riguardano facilmente anche immigrati che hanno lavoro e reddito.
Già a partire dagli anni Novanta la Regione Toscana ha predisposto sul territorio un numero significativo di Centri di prima e seconda accoglienza, che sono stati una risorsa nel periodo immediatamente successivo all’arrivo delle persone migranti permettendo a molti di trovare un alloggio seppur precario.
Se i Centri di prima accoglienza sono stati una risorsa nel periodo immediatamente successivo all’arrivo delle persone migranti, permettendo a molti di trovare un alloggio seppur precario, non si sono però dimostrati altrettanto efficaci nel medio–lungo periodo. Queste strutture sono state utilizzate in molti casi come ‘surrogati abitativi permanenti’ e quindi fruite da un numero limitato di immigrati. La scarsità di appartamenti pubblici disponibili e la difficoltà ad accedere al mercato dell’alloggio a fitto moderato, ha impedito un reale ricambio dei posti a disposizione all’interno dei Centri di accoglienza creando, al tempo stesso, anche una situazione di più difficile controllo. A questo si deve aggiungere che la qualità abitativa dei Centri (come emerge chiaramente dall’Osservatorio) è spesso insoddisfacente, per limiti intrinseci di questa tipologia o per la cattiva qualità delle realizzazioni.
La Fondazione Michelucci sarà impegnata a collaborare con le Amministrazioni locali nella progettazione e nella verifica dei percorsi di autonomia che rispondano alla varietà dei bisogni abitativi degli immigrati, al ruolo, alle risorse e alle caratteristiche specifiche delle aree di ospitalità.
Gli obbiettivi assunti come prioritari sono:
– il ripensamento e la riqualificazione delle strutture di accoglienza rispetto alla nuova fase dell’immigrazione,
– la realizzazione di una rete di alloggi sociali,
– il monitoraggio e il supporto progettuale ai percorsi di inserimento abitativo e di autonomia.

Sul modello delle ‘social housing’ attive in altri paesi, anche in Toscana hanno iniziato a operare delle agenzie sociali per la casa, attraverso la costituzione e gestione di un patrimonio di alloggi da affittare a prezzi contenuti, interventi di recupero/risanamento di patrimonio esistente, e operando forme di accompagnamento e facilitazione per l’affitto o l’acquisto di abitazioni. I risultati sono incoraggianti, ma è necessario che queste azioni innovative siano maggiormente integrate entro programmi locali di politiche abitative, e ne implementino la gamma di soluzioni e le risorse.
L’Osservatorio monitora e coordina l’attività degli oltre 15 soggetti che in Toscana operano nel campo del ‘social housing’.
NS

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